di Nicola Noè (con il contributo di Vinicio Stefanello)
per la lettura suggerisco questo colonna sonora … https://www.youtube.com/watch?v=DRgl-2EOyTI
La nostra terra
In questo momento in cui a livello globale tutti stanno pensando alla ripartenza dopo il lockdown causato dall’emergenza Covid-19, diventa estremamente importante mettere in prospettiva non solo cause ed effetti di quanto successo, ma anche e soprattutto cercare di immaginare e proporre un progetto di futuro che faccia cambiare rotta ad un sistema di sviluppo che si è rivelato insostenibile per il pianeta, e di conseguenza per l’intera comunità umana.
Stiamo parlando del riscaldamento globale e del conseguente cambiamento climatico che rappresentano il più grande e imprescindibile problema che l’umanità abbia mai affrontato.
Video per ricordare Milano durante il lockdown
Covid-19
Un’emergenza assoluta e senza eguali che è stata evidenziata anche dall’epocale crisi sanitaria ed economica provocata dal Covid-19. Un’emergenza che senza alcun dubbio è stata enormemente amplificata dalle problematiche legate alla sovrappopolazione e alla globalizzazione, fenomeni i cui effetti sono a loro volta amplificati dai cambiamenti del clima.
Va inoltre sottolineato che, proprio in questa fase post lockdown contrassegnata da un’estrema crisi economica e da un aumento della povertà come il mondo occidentale non vedeva da moltissimo tempo, è ancora più importante trovare soluzioni sostenibili sia per l’ambiente sia per la società. Il pericolo infatti è che si spinga per una ripresa economica incondizionata continuando, anzi incrementando, lo sfruttamento indiscriminato delle risorse ambientali. Sarebbe non solo profondamente sbagliato ma anche un dramma che ci condurrebbe inevitabile ad andare a sbattere contro la prossima emergenza, in una escalation di crisi sempre più gravi.
La volta della foresta pluviale ai piedi del Kilimanjaro, (ph. Nicola Noè, novembre 2012).
Lo dicono i dati. Stiamo attualmente utilizzando 1,75 volte le risorse del pianeta ogni anno. Nel 2019, già al 29 luglio l’umanità aveva utilizzato il budget di risorse naturali annualmente disponibili. Sappiamo che questa progressione è insostenibile per l’ambiente e quindi per noi. Sappiamo anche cosa si deve fare per invertire questa tendenza. Il problema, infatti, è contenere l’innalzamento delle temperature nel medio-lungo periodo, principale responsabile del progressivo cambiamento climatico (e dell’ambiente) e da subito adeguarci al cambiamento del clima e dell’ambiente già in atto.
Il contenimento dell’innalzamento delle temperature si ottiene limitando il consumo delle risorse fossili, riducendo in ultima analisi l’impronta ecologica delle nostre azioni individuali e collettive.
L’impronta ecologica
E come si fa a ridurre la nostra impronta ecologica? Consumando meno, in generale, e consumando meno risorse non rinnovabili, in particolare, ma anche controllando la crescita demografica (non dobbiamo arrivare a 10 miliardi!)
Per prima cosa per ridurre la nostra impronta ecologica dobbiamo muoverci meno. Ciascuno s’interroghi in coscienza.
Allo stesso tempo dobbiamo incrementare tutte le forme di mobilità green e sostenibile. Tutti i sistemi per produrre energia rinnovabile. Pensare ad un nuovo modello di turismo che privilegi la qualità e non il consumo dell’ambiente (e delle persone) e la produzione di beni superflui. Dobbiamo inoltre impegnarci per trasformare le nostre città aumentandone gli spazi verdi, i parchi, la mobilità interna. Di pari passo occorre attuare politiche che valorizzino i giovani, diano centralità alla scuola e abbattano le diseguaglianze sociali. Solo insieme riusciremo a farcela.
L’uomo
Ricordarci che esiste la “rete”, che è estesa a tutto il mondo (world wide web), che serve per muovere le informazioni invece delle persone; così le persone riducono gli spostamenti (lavoro agile). Pensare che abbiamo una responsabilità personale e individuale oltre che collettiva e sociale. Le nostre scelte individuali incidono e sono fondamentali per un cambiamento. È dura lo so, ma così non si può andare avanti. O meglio si va avanti fino a che non si sbatte contro un muro (carestie, pandemie, alluvioni, innalzamento del livello del mare e quant’altro).
Quindi da domani dobbiamo organizzare diversamente la nostra vita, i nostri consumi, i nostri movimenti.
Nei prossimi anni gli umani si ammasseranno sempre più nelle città, che ospiteranno il 70% della popolazione mondiale e che dovranno perciò assicurare un ambiente favorevole ad una sana vita dei suoi abitanti.
Inoltre la necessaria riduzione dell’impronta ecologica impone, tra gli altri interventi, di ridurre gli spostamenti e i cittadini non potranno più lasciare le città con la stessa frequenza e intensità.
Così, solo dopo questo lungo preambolo siamo finalmente arrivati al ruolo del verde urbano.
Il verde urbano
Di conseguenza il cittadino dovrà soddisfare il vitale bisogno di natura negli spazi verdi urbani.
Il verde urbano ha innanzitutto un effetto microclimatico, riduce l’isola di calore e attenua gli effetti delle attività antropiche (inquinamento), permettendo quindi ai cittadini di sopravvivere nella città.
Il verde urbano inoltre avrà sempre più il ruolo di offrire un’alternativa alla fuga di milioni di persone dalla città ogni fine settimana, con effetto sull’impronta ecologica del cittadino.
Il verde urbano devrà essere sempre in misura sufficiente ad assolvere alle funzioni che sono richieste per la salubrità dei centri urbani.
La gestione del verde urbano devrà essere sostenibile, non devrà produrre essa stessa qualsiasi tipo di inquinamento e di diasagio, né chimico, né acustico.
Appunti in libertà per gestione sostenibile del verde urbano:
- manutenzione con motori elettrici;
- ricorrere a attrezzature manuali (rastrelli, tree climber);
- analisi dell’impronta ecologica della manutenzione;
- catasto del verde e bilancio ecosistemico;
- economia circolare degli sfalci dei prati e dei residui di potatura;
- orticoltura e frutticoltura;
- coltivazioni urbane: rinnovo delle alberature;
- alberi monumentali nei parchi, nei grandi giardini e nelle piazze;
- ricerca delle prestazioni ambientali del verde urbano;
- biodiversità;
- contenuto utilizzo di cloni
- … (da completare) …
Riprendono i lavori di manutenzione del verde in una città immersa nel silenzio e con aria mai così pura. Credo sia venuta l'ora di migliorare la qualità ambientale delle attività di gestione del verde urbano … non potremmo iniziare, ad esempio, con motori elettrici?
Pubblicato da Nicola Noe su Mercoledì 15 aprile 2020
Inquinamento acustico in città (ascolta i rumori nella città in Lockdown)
Appendice
Per le linee guida di gestione del verde urbano sostenibile è recente il decreto legge:
Senza dimenticare:
Obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’ONU