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MANIFESTO per la difesa del verde in ambito urbano in Italia nel dopo Covid-19

MANIFESTO per la difesa del verde in ambito urbano in Italia nel dopo Covid-19

Dante Alighieri, Goethe, Stendhal e alcuni contemporanei hanno definito l’Italia il “Giardino d’Europa” per le sue bellezze artistiche e paesaggistiche. L’Italia è tra i Paesi europei più ricchi di biodiversità.
In particolare, possiede la metà delle specie vegetali e un terzo di quelle animali attualmente presenti nel territorio europeo. Un patrimonio per l’umanità – pari a quello rappresentato dalle bellezze archeologiche e monumentali – che va preservato adeguatamente.

Scarica qui il Manifesto:
https://www.ilverdeeditoriale.com/pdf/Manifesto_per_la_difesa_del_verde_in_ambito_urbano_in_Italia_nel_dopo_covid-19.pdf

Scarica qui Approfondimenti per una maggiore conoscenza delle problematiche del verde urbano, pubblico e privato:

https://www.ilverdeeditoriale.com/pdf/Approfondimenti_per_una_maggiore_conoscenza_delle_problematiche_del_verde.pdf

Scarica qui il contributo di Noè – Stefanello “Emergenza planetaria, emergenza ambientale”

Manifesto_Noe-Stefanello

 

A seguire il testo completo del Manifesto.

MANIFESTO per la difesa del verde in ambito urbano in Italia nel dopo Covid-19

Dante Alighieri, Goethe, Stendhal e alcuni contemporanei hanno definito l’Italia il “Giardino d’Europa” per le sue bellezze artistiche e paesaggistiche. L’Italia è tra i Paesi europei più ricchi di biodiversità. In particolare, possiede la metà delle specie vegetali e un terzo di quelle animali attualmente presenti nel territorio europeo. Un patrimonio per l’umanità – pari a quello rappresentato dalle bellezze archeologiche e monumentali – che va preservato adeguatamente.
Il patrimonio vegetale delle nostre città, costituito da piante arboree, di cui molte monumentali, arbustive, erbacee, soffre di una carenza di tutela e di valorizzazione da parte dei pubblici decisori, nonostante nel passato i Giardini all’Italiana del XVI e XVIII – di cui alcuni esempi si possono apprezzare ancora oggi in molte regioni italiane – siano stati invidiati in tutto il mondo.
La mancata valorizzazione del verde urbano in atto nel nostro Paese, sempre più evidente (con alcune eccezioni) negli ultimi anni, viene attribuita in particolare alla grave crisi finanziaria degli enti pubblici, che ha aperto la strada a una pianificazione, progettazione e manutenzione delle aree verdi via via sempre più scadenti, provocando gravi danni, alcuni irreversibili, al patrimonio verde urbano. Una situazione che è il risultato di gare di appalto al massimo ribasso, scarsa competenza e professionalità di alcuni operatori, mancanza di controllo da parte dell’ente pubblico dell’effettiva esecuzione delle clausole contrattuali, per citare le ragioni principali.
L’emergenza Covid-19, le cui conseguenze si protrarranno per diversi mesi, potrebbe rendere ancora più fragile questa situazione, oppure al contrario potrebbe rappresentare l’occasione per dare una svolta “positiva” a un settore che necessita di un importante cambiamento, innanzitutto culturale, e che può diventare un elemento proattivo di crescita della società nel suo complesso.
Oggi è il momento di instaurare un nuovo rapporto tra Natura e Cultura all’interno degli ambiti urbani, per massimizzare i valori ambientali, ecologici, paesaggistici ed emozionali, che coinvolga i professionisti e operatori del settore verde, le imprese e naturalmente le pubbliche amministrazioni, veri pilastri del cambiamento verso uno sviluppo durevole e quindi sostenibile.
Pianificazione, progettazione e gestione del verde in ambito urbano e periurbano devono essere affrontate con una visione sistemica e integrata, attraverso lo sviluppo di infrastrutture verdi e blu in grado di ricostruire equilibri ecosistemici, salvaguardare la biodiversità e migliorare le condizioni ambientali, per arrivare quindi a migliorare la salute dei cittadini e la qualità della vita, riaffermando il ruolo insostituibile del verde in tutte le sue declinazioni. Devono essere applicate soluzioni naturali (Nature-based Solutions) che riducano la dipendenza dalle infrastrutture “grigie”, molto più costose da costruire e mantenere.
Solo in questo scenario il verde urbano potrà occupare la posizione che gli spetta, oggi più che mai – diventando un investimento fondamentale per far fronte ai cambiamenti sociali, sanitari, climatici ed economici – ed essere “sostenibile”, quindi ecologicamente corretto, socialmente accettato ed economicamente fattibile anche e soprattutto nelle fasi di gestione e cura successive alla sua realizzazione.

Le ragioni pricipali a sostegno del cambiamento

Il verde urbano, pubblico e privato, è sinonimo di salute e di benessere per i cittadini in quanto migliora le condizioni di vita nelle città. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità la salute è intesa come “uno stato di complessivo benessere fisico, mentale e sociale e non solo assenza di malattia o infermità”; la salute è considerata un diritto e come tale si pone alla base di tutti gli altri diritti fondamentali che spettano alle persone. Questa definizione si concretizza perfettamente nei Servizi ecosistemici offerti dal verde, intendendo con questo concetto “i benefici che l’umanità ricava dagli ecosistemi” (MEA, 2005), riassumibili in: servizi di approvvigionamento forniti direttamente dagli ecosistemi (cibo, energia, acqua potabile, impollinazione delle colture ecc.); servizi di regolazione dei processi naturali (fissazione di anidride carbonica, regolazione climatica per contrastare le isole di calore, filtrazione dell’acqua e dell’aria, protezione del suolo ecc.); servizi di habitat per il mantenimento della diversità genetica; servizi socio-culturali di tipo emozionale e spirituale derivanti dalla relazione fra il genere umano e gli ecosistemi (attività culturali, ricreative, paesaggistiche, educative ecc.).
Il verde urbano è fondamentale per accrescere la resilienza delle città che ospiteranno in futuro oltre il 70% della popolazione mondiale e che sono l’avamposto in cui si combatterà la guerra contro il cambiamento climatico. Il modello di sviluppo urbano finora seguito ha prodotto “giungle di cemento e asfalto”, cioè città certamente più moderne e densamente costruite, ma anche duramente competitive, inospitali o pericolose. In pratica, deserti ecologici e sociali che traggono la vita dai loro dintorni. Il verde urbano va considerato nelle due componenti “pubblica” e “privata”, in quanto entrambe contribuiscono a dare un volto e una valenza alle città del futuro; se la funzione della componente pubblica è già ampiamente conosciuta, è bene sapere che anche le aree a verde privato concorrono alla mitigazione del clima negli ambiti antropizzati, partecipando alla rinaturalizzazione di ampie superfici impermeabili e favorendo la diffusione di tecniche di verde tecnologico che aiutano l’effettiva demineralizzazione del costruito. Entrambe inoltre sono dei veri e propri “depositi” di sostanza organica dei suoli.
Il verde sotto forma di paesaggio è tutelato anche dalla Costituzione della Repubblica Italiana, che all’Art. 9 recita “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”; il concetto di salute invece viene riaffermato nell’Art. 32 “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività…………”. La Convenzione Europea del Paesaggio (ottobre 2000), le “Norme per lo sviluppo degli spazi vedi urbani” (Legge 14 gennaio 2013, n. 10), la Strategia europea sulle Green Infrastructures (CE, 2013, COM UE 236/2019), gli Obiettivi Agenda ONU 2030 sulla sostenibilità ambientale (25 settembre 2015), il III Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia (2019), l’European Green Deal (2019), il Decreto Clima (12 dicembre 2019, n. 141) e i Criteri Ambientali Minimi per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde (Decreto 10 marzo 2020), sono gli altri principali strumenti legislativi e informativi già disponibili per operare il “cambiamento” nel rispetto delle regole italiane ed europee, mettendo al centro un modello urbano che garantisca un giusto accesso alle risorse, l’equità sociale e un diffuso benessere.
Il verde urbano è uno strumento per prevenire le infauste conseguenze delle criticità ambientali, sempre più frequenti in questi ultimi anni, che provocano gravi danni in termini materiali e, soprattutto, di perdita di vite umane. All’interno di corrette politiche, piani e programmi, il verde urbano può aiutare a mantenere un corretto assetto del suolo delle città e dei territori. Così come può e deve svolgere una funzione importantissima nel riequilibrio idrologico delle aree urbane dal punto di vista quantitativo e qualitativo (per esempio attraverso i Sistemi di Drenaggio Urbano Sostenibile). In questa prospettiva i costi di realizzazione e di gestione del verde urbano possono essere considerati una forma di “risparmio” per l’accresciuta “sicurezza” della collettività; l’uso oculato delle risorse economiche, principio sicuramente inderogabile e auspicabile in tempi di accresciuta crisi, non deve però tradursi nel massimo ribasso come unico parametro nell’assegnazione dei lavori pubblici.
Il verde urbano è anche un comparto economico rilevante. Nel 2018 il valore della produzione italiana di fiori e piante è stato stimato in 2,57 miliardi di euro, pari al 4,7% della produzione agricola italiana a prezzi di base (elaborazione Myplant & Garden su dati Mipaaf-Istat). Un settore nel quale operano migliaia di professionisti, operatori, associazioni e aziende di settore, chiamati a formarsi continuamente, offrendo professionalità, servizi e prodotti sempre più in linea con le direttive europee e nazionali rivolte a una maggiore sostenibilità. La riduzione della domanda di verde pubblico, in termini di quantità e di qualità, è una delle ragioni, probabilmente la più importante, della crisi del settore, così vitale per la qualità di vita delle nostre città, presente e futura; i professionisti e gli operatori qualificati, accanto ad aziende aggiornate e preparate, possono invece essere considerati tra i protagonisti della ripresa e del futuro sviluppo verde delle nostre città, e della buona gestione delle aree verdi urbane, a supporto delle pubbliche amministrazioni.

Il nostro APPELLO

Al Presidente dello Stato – SERGIO MATTARELLA
Al Presidente del Consiglio – GIUSEPPE CONTE
Al Ministro delle Economie e delle Finanze – ROBERTO GUALTIERI
Al Ministro dello Sviluppo Economico – STEFANO PATUANELLI
Al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali – TERESA BELLANOVA
Al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – SERGIO COSTA
Al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – DARIO FRANCESCHINI
Al Ministro della Salute – ROBERTO SPERANZA
Al Presidente del Comitato per lo Sviluppo del Verde Pubblico – MASSIMILIANO ATELLI
Al Presidente dell’ANCI – ANTONIO DECARO

I promotori, i firmatari e i sostenitori del Manifesto per la difesa del verde in ambito urbano in Italia nel dopo Covid-19, vista l’ampia gamma di benefici che le aree verdi urbane (pubbliche e private) producono assumendo così la dignità di un servizio pubblico essenziale di cui la cittadinanza ha diritto di beneficiare e che, come tale, va trattato, programmato e finanziato – chiedono al Governo e alle Istituzioni italiane di mettere al centro della loro azione di governo anche un’attenzione particolare a tutto il settore del verde urbano, pubblico e privato, attraverso:
• una strategia per il verde urbano nella quale realizzare obiettivi ben definiti in tempi chiari e prestabiliti e con risorse adeguate predefinite, che possano fungere da volano per investimenti di livello regionale e locale e favorire lo sviluppo di sinergie tra pubblico e privato;
• una strategia che tenga in considerazione le raccomandazioni suggerite dal Comitato per lo Sviluppo del Verde Pubblico istituito presso il Ministero della Tutela dell’Ambiente e del Territorio e del Mare nel 2013, attraverso la sua attività di indagine e i suoi elaborati “Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile” e “Strategia Nazionale del Verde Urbano. Foreste urbane resilienti ed eterogenee per la salute e il benessere dei cittadini”, veri e propri strumenti di consultazione e informazione per tutti i Comuni italiani utili per procedere correttamente e proficuamente nelle attività di pianificazione e gestione del verde urbano;
• una strategia che si avvalga delle tante professionalità in campo che devono agire all’interno di una integrazione multidisciplinare, a partire dal mondo accademico e dagli ordini professionali, passando per l’associazionismo fino alle aziende di settore. Una strategia che permetta anche all’ente pubblico di riappropriarsi del coordinamento a vari livelli delle sinergie e delle risorse disponibili, dando priorità a progetti integrati multisettoriali e territoriali. Compiti che richiedono a tutti i livelli competenza e formazione continuativa.

 

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